E quindi, riassumendo gli ultimi interventi, l'evasione delle tasse per la sopravvivenza della famiglia é accettato, condivisibile e anche un tantino giustificato.
Se non ricordo male mio nonno diceva che per mandare avanti la famiglia bisogna investire in essa, stessa cosa dovrebbe fare il famoso "paron".
La macchina nuova, la casa la mare, il rolex, la pelliccia o la barca non credo si possano considerare investimenti per il proprio futuro.
D'altro canto é giusto che chi investe il proprio denaro abbia a che guadagnarne e quindi la spesa per il "superfluo strettamente necessario per potersi definire agiati e padroni del proprio futuro" é cosa buona e giusta perché uno col proprio denaro ci fa quel che vuole.
Peró...
Si, mi stanno sorgendo dei dubbi in proposito:
Il tizio in questione usa le strade che sono pubbliche, si serve dell'ospedale che é pubblico, come pubblica é l'illuminazione, il decoro del paese, la polizia e la pulizia...
No, scusate...
Ricapitoliamo un attimo: io pago alla fonte fino all'ultimo centesimo di tasse, prima ancora che io prenda in mano il cedolino paga, quindi ho diritto ad avere tutte queste cose in quanto pubblico servizio, ma l'evasore fiscale (e non sto parlando del poveraccio che ha la bottega di ciabattino) ha i miei stessi diritti, usa come me il servizio pubblico che io pago, anzi, io lo pago due volte perché qualcuno lo usa senza contribuire, eppure lui é moralmente esentato dal contribuire oltre al mantenimento della res pubblica, anche al suo sviluppo...
Cosa dovrei rispondere allora ai miei figli quando mi chiedono che mondo gli sto preparando?
Con che coraggio posso guardarli in faccia e spiegar loro che io faccio quel che posso, lavorando anche gratis quando posso perché non tutti si possono permettere determinate consulenze, mentre il mio collega spende per la mancetta settimanale del figlio quel che io spendo per la casa in tre mesi?
Se a voi va bene nessun problema, ognuno ha le proprie convinzioni e con quelle deve convivere, ma allora a me non sta bene che ve la prendiate con lo stato, allora non mi sta bene che definiate lo stato "una canaglia" perché spreme i contribuenti e non perseguita gli evasori, cioé voi che lo fate per necessitá e per sopravvivenza (il voi é ipotetico perché qui nessuno evade le tasse e tutti siamo buoni e bravi) o voi che non denunciate l'idraulico evasore o il dentista ladrone perché vi scala una percentuale dalla parcella o dal dovuto se la fattura dimentichiamo di chiederla (quindi se accettate scendete al livello dell'evasore fiscale e la ruota torna a girare sempre piú vorticosamente...).
La brutta notizia é che lo stato non ha la sfera di cristallo o doti preveggenti per stanare i protetti dai derubati stessi, ma soprattutto lo stato siamo noi...
Tutto questo per dire che rispetto le idee e le realtá di reggio calabria o di palermo o di verona o di padova, rispetto le idee e la disarmante semplicitá propria del conto della serva: se lavori mangi, se non lavori non mangi, peró se vuoi lavorare e quindi mangiare devi sottostare alle regole imposte da chi sta sopra di te, rispetto tutto e tutti come dev'essere.
In questo caso, peró, non ve la dovete prendere con altri che con voi stessi quando il vicino di casa lava le auto a cinque euro e vi porta via il cliente, o quando scoprirete che alla fine del mese non ci si arriva perché manca la materia prima (il cliente stesso) perché non c'é lavoro e quindi non ci sono soldini per il superfluo e quindi la macchina la lavo io in garage (anche quella del mio vicino per i famosi cinque euro)...
Questo si chiama svendere la propria professionalitá per il classico tozzo di pane che riempie si la pancia, ma svuota dentro e ti lascia un amaro in bocca che difficilmente si toglie.
Magari anche perché sai che oggi hai la pancia meno vuota di ieri, ma il domani si prevede critico e le possibilitá si assottigliano sempre di piú.
Ah, intendiamoci: nessuna retorica e nessun falso moralismo da prima media: la macchina che ho é della banca per i prossimi 5 anni come lo é la casa dove abito per i futuri tre lustri, ho passato anch'io 20 anni a mangiare pane e cipolla, quando andava bene, per potermi mantenere gli studi lavorando e mantenendo la famiglia, visto che lo stipendio che entra in casa era e tuttora é solo il mio e anch'io ho passato parecchi anni a parare le terga e lavorare gratis per il solo aver un voto decente o il pezzo di carta in tasca con la famosa riga in calce: idoneo.
Quindi quando la prossima volta che leggete del tizio veneto che evade milioni o del caio siciliano a cui trovano decine di ville pur non avendo mai lavorato in vita sua, provate a pensare che il mio bisturi o la mia siringa costano 50 centesimi e ne ho sempre meno a mia disposizione non solo perché ci sono i baroni da mantenere, ma anche perché qualcuno si é fregato oltre ai nostri soldi anche il nostro futuro.
Questo é uno sfogo, magari non condivisibile o tacciabile di partigianeria, soprattutto per chi le tasse le paga in toto: chi evade ha la possibilitá di pagarsi quella siringa o quel bisturi come e quando meglio crede.
voi no.
Se non ricordo male mio nonno diceva che per mandare avanti la famiglia bisogna investire in essa, stessa cosa dovrebbe fare il famoso "paron".
La macchina nuova, la casa la mare, il rolex, la pelliccia o la barca non credo si possano considerare investimenti per il proprio futuro.
D'altro canto é giusto che chi investe il proprio denaro abbia a che guadagnarne e quindi la spesa per il "superfluo strettamente necessario per potersi definire agiati e padroni del proprio futuro" é cosa buona e giusta perché uno col proprio denaro ci fa quel che vuole.
Peró...
Si, mi stanno sorgendo dei dubbi in proposito:
Il tizio in questione usa le strade che sono pubbliche, si serve dell'ospedale che é pubblico, come pubblica é l'illuminazione, il decoro del paese, la polizia e la pulizia...
No, scusate...
Ricapitoliamo un attimo: io pago alla fonte fino all'ultimo centesimo di tasse, prima ancora che io prenda in mano il cedolino paga, quindi ho diritto ad avere tutte queste cose in quanto pubblico servizio, ma l'evasore fiscale (e non sto parlando del poveraccio che ha la bottega di ciabattino) ha i miei stessi diritti, usa come me il servizio pubblico che io pago, anzi, io lo pago due volte perché qualcuno lo usa senza contribuire, eppure lui é moralmente esentato dal contribuire oltre al mantenimento della res pubblica, anche al suo sviluppo...
Cosa dovrei rispondere allora ai miei figli quando mi chiedono che mondo gli sto preparando?
Con che coraggio posso guardarli in faccia e spiegar loro che io faccio quel che posso, lavorando anche gratis quando posso perché non tutti si possono permettere determinate consulenze, mentre il mio collega spende per la mancetta settimanale del figlio quel che io spendo per la casa in tre mesi?
Se a voi va bene nessun problema, ognuno ha le proprie convinzioni e con quelle deve convivere, ma allora a me non sta bene che ve la prendiate con lo stato, allora non mi sta bene che definiate lo stato "una canaglia" perché spreme i contribuenti e non perseguita gli evasori, cioé voi che lo fate per necessitá e per sopravvivenza (il voi é ipotetico perché qui nessuno evade le tasse e tutti siamo buoni e bravi) o voi che non denunciate l'idraulico evasore o il dentista ladrone perché vi scala una percentuale dalla parcella o dal dovuto se la fattura dimentichiamo di chiederla (quindi se accettate scendete al livello dell'evasore fiscale e la ruota torna a girare sempre piú vorticosamente...).
La brutta notizia é che lo stato non ha la sfera di cristallo o doti preveggenti per stanare i protetti dai derubati stessi, ma soprattutto lo stato siamo noi...
Tutto questo per dire che rispetto le idee e le realtá di reggio calabria o di palermo o di verona o di padova, rispetto le idee e la disarmante semplicitá propria del conto della serva: se lavori mangi, se non lavori non mangi, peró se vuoi lavorare e quindi mangiare devi sottostare alle regole imposte da chi sta sopra di te, rispetto tutto e tutti come dev'essere.
In questo caso, peró, non ve la dovete prendere con altri che con voi stessi quando il vicino di casa lava le auto a cinque euro e vi porta via il cliente, o quando scoprirete che alla fine del mese non ci si arriva perché manca la materia prima (il cliente stesso) perché non c'é lavoro e quindi non ci sono soldini per il superfluo e quindi la macchina la lavo io in garage (anche quella del mio vicino per i famosi cinque euro)...
Questo si chiama svendere la propria professionalitá per il classico tozzo di pane che riempie si la pancia, ma svuota dentro e ti lascia un amaro in bocca che difficilmente si toglie.
Magari anche perché sai che oggi hai la pancia meno vuota di ieri, ma il domani si prevede critico e le possibilitá si assottigliano sempre di piú.
Ah, intendiamoci: nessuna retorica e nessun falso moralismo da prima media: la macchina che ho é della banca per i prossimi 5 anni come lo é la casa dove abito per i futuri tre lustri, ho passato anch'io 20 anni a mangiare pane e cipolla, quando andava bene, per potermi mantenere gli studi lavorando e mantenendo la famiglia, visto che lo stipendio che entra in casa era e tuttora é solo il mio e anch'io ho passato parecchi anni a parare le terga e lavorare gratis per il solo aver un voto decente o il pezzo di carta in tasca con la famosa riga in calce: idoneo.
Quindi quando la prossima volta che leggete del tizio veneto che evade milioni o del caio siciliano a cui trovano decine di ville pur non avendo mai lavorato in vita sua, provate a pensare che il mio bisturi o la mia siringa costano 50 centesimi e ne ho sempre meno a mia disposizione non solo perché ci sono i baroni da mantenere, ma anche perché qualcuno si é fregato oltre ai nostri soldi anche il nostro futuro.
Questo é uno sfogo, magari non condivisibile o tacciabile di partigianeria, soprattutto per chi le tasse le paga in toto: chi evade ha la possibilitá di pagarsi quella siringa o quel bisturi come e quando meglio crede.
voi no.