I LED devono essere alimentati in corrente. In particolare quelli bianchi necessitano di circa 30 mA, normalmente. Con correnti minori emettono "meno luce", e con caratteristiche di colore diverse, ma non in modo significativo. Come tutti i diodi (perché i LED sono diodi, né più né meno, e come tali si comportano) con correnti troppo basse conducono sempre meno, fino a non condurre praticamente più, e null'altro. Non esiste possibilità al mondo che un LED si guasti se sottoalimentato. Se alimentato con una corrente troppo elevata si fonde la giunzione PN, se viene applicata direttamente una tensione superiore a quella caratteristica la giunzione si interrompe, ma nessuna di queste fattispecie si verifica in caso di sottoalimentazione.
Nel caso della P7 c'è anche un circuito logico che controlla le due modalità di funzionamento, comandando il generatore di corrente per ridurla in modo che la luminosità del LED si dimezzi. Un'ipotesi plausibile di schema a blocchi della P7 può essere questa:
dove V è il blocco batterie, C è il circuito di controllo e G è il generatore di corrente che alimenta il LED.
Abbiamo detto che al LED importa solo della corrente che gli entra, e a questo ci pensa G.
G è del tutto insensibile (in questo caso) alla tensione che ha in ingresso, 6 o 4,8 non gliene frega nulla (per inciso, 4 alcaline piuttosto scariche forniscono anche meno di 4,8 V).
C è un circuito logico, il fatto che sia alimentato con 4 alcaline rende lecito pensare che funzioni a 5 V, eventualmente con un regolatore integrato che porti a 5V la tensione del pacco batterie, oppure con una protezione contro l'over voltage (ma non è neanche detto, bisognerebbe vedere dentro, potrebbe anche funzionare benissimo a 6V). Un circuito simile al di sotto della tensione nominale (più una certa tolleranza) semplicemente si spegne.
Sulla base di questi ragionamenti dentro la P7 non c'è nulla che si possa rompere se sottoalimentato. Semplicemente non si accende, e morta lì.